«La vitalità artistica e l’energia umana che questo gruppo è in grado di esprimere, mi ha impressionato da subito, quando a novembre li ho incontrati andando a insegnare loro recitazione a Torino, dove avevano appena iniziato la scuola di teatro. Abbiamo deciso in seguito, di continuare, anche al di là della scuola, lo studio indispensabile per fondare una vera ricerca teatrale. Li sto accompagnando ancora per un pezzo di strada a completare la loro crescita di giovani artisti nella direzione di una conquista di autonomia e consapevolezza creativa. Le scuole di formazione teatrale, e più in generale il teatro italiano, purtroppo, producono per lo più polli d’allevamento e mestieranti più che artisti. Per questo è così importante avere luoghi che accolgano la possibilità di lavorare profondamente sulla propria anima, per restituirla al mondo che ci circonda in forma di storie, di narrazioni della realtà. Mi auguro che la storia di questo gruppo in futuro, sia la storia di un branco di gazzelle, che appena partorite, siano in grado di mettersi in piedi da sole e presto correre veloci, fino ad arrivare a volare.
La mia speranza è che non disperdano il tesoro che insieme costituiscono, che non si perdano per i sentieri confusi di un’arte che dimentica troppo spesso il suo compito umano, trasformandosi in arido mestiere che invece di creare gruppi di persone legate da qualcosa di prezioso, le congela in tante mute, affannose, frustranti solitudini.»Cagliari, 5 agosto 2017
Vogliamo ricordarti così, con le parole che tu stessa hai voluto dedicarci qualche tempo fa, spingendoci a riflettere seriamente sul significato di appartenenza e sull’importanza di creare insieme qualcosa di autentico, vero e umano.
Noi e te ci siamo scelti, proprio come gli innamorati.
Tu ti sei fermata. Tocca a noi, ora, correre.
Ciao Ricciolona, qui nessuno di noi vuole stare “in panchina”.